La vostra nuova direttrice generale Alessia Santecchia ha anticipato a Citywire.it l'intervento di fondervi entro fine 2019. Che tipo di partner state cercando?
Non parlerei di fusione, ma di ricerca di opportunità di crescita, assolutamente in linea con quanto fatto in passato: Consultinvest ha il valore aggiunto di una fabbrica interna con prodotti creati su misura: ricerchiamo pertanto società con esperienze e struttura complementari alla nostra. Molto dipenderà dalle dimensioni, poiché, come amiamo dire, noi siamo i più grandi tra le reti piccole.
Il futuro delle consulenza vedrà probabilmente una riduzione delle architetture aperte – noi oggi abbiamo oltre 65 accordi di collocamento per far emergere e ricercare sempre le migliori soluzioni di investimento per la clientela. Elemento dirimente sarà dimostrare al cliente il valore aggiunto della consulenza, di cui i ritorni economici sono soltanto una componente.
Quali sono i vostri target di reclutamento?
A oggi Consultinvest conta circa 350 consulenti finanziari, in virtù dei profitti importanti che siamo in grado di assicurare anche a consulenti con portafogli da 5-10 milioni di euro, grazie ai minori costi della nostra struttura. In questi anni, la priorità è stata arrivare a un’integrazione completa dei cf che, a vario titolo, sono entrati in massa a far parte della rete Consultinvest. In termini di aree, pur avendo una proiezione nazionale, abbiamo un focus particolare in alcune regioni italiane (come la Lombardia) dove stiamo dialogando con operatori delle nostre dimensioni o più piccoli.
Le consulenti donne e i giovani colleghi sono due componenti in crescita, alle quale guardiamo con grande interesse. Su questo dobbiamo accelerare e siamo pronti alla creazione di team dedicati.
Qual è la caratteristica che vi distingue maggiormente dalla concorrenza?
Il poter dare vera consulenza finanziaria ai clienti, nostra caratteristica storica fin dalla fondazione del gruppo Consultinvest 30 anni fa (nucleo modenese). Certamente, la compagine azionaria, di natura imprenditoriale e non bancaria, l’ampia gamma d’offerta e la struttura societaria che vede affiancate sgr e sim da oltre 50mila clienti ci consentono una grandissima indipendenza.
I prodotti sono ormai delle commodity: i principali li hanno tutti. In un mercato da 38mila soluzioni di investimento bisogna valorizzare la relazione e offrire al cliente un giusto rapporto tra costo e rendimento.
Dal punto di vista dei prodotti, che ruolo gioca oggi la componente assicurativa e previdenziale?
Assicurazioni e previdenza stanno incrementando rapidamente il loro ruolo nei portafogli, e l’ingresso di Vittoria Assicurazioni nella nostra holding di controllo non può che accentuare il fenomeno. Rispetto al passato, i prodotti assicurativi hanno infatti aumentato la propria componente finanziaria, pur mantenendo agevolazioni fiscali e successorie tipiche della categoria.
Riguardo ai Piani e ai Conti individuali di risparmio (Pir e Cir), sono – e siamo – certamente favorevoli a questo nuovo approccio all’investimento, che anzi andrebbe allargato. Dall’estero potremmo copiare ad esempio l’istituzione di libretti a lungo termine, innescando quel percorso virtuoso di formazione come per la previdenza integrativa.
Noi abbiamo in gamma un Pir flessibile, nella convinzione che tali strumenti dovrebbero arrivare a facilitare lo sviluppo di private debt e minibond: i listini azionari italiani sono infatti troppo ristretti e volatili per i Pir azionari.
FONTE:Citywire Italia